mercoledì 13 novembre 2013

Hellprison.

Mi chiedevi sempre cosa non andava e perché ero strana. Si può spiegare ad un uccello in gabbia che esiste un mondo fuori? O è meglio lasciarlo nella sua ignoranza e farlo vivere bene? Dilemmi da annegare come isole risucchiate, dove cerchi il paradiso ma trovi la solita gabbia di matti, dove tutto attorno a te complotta per farti capire che sei fottuto, che tra poco sarai abbandonato. Non può esserci sempre il bello vero? È naturale e umano caderci prima o poi, è un soffice cammino destinato a pungere. Eppure mi sento così diversa dalle mie parole, chi le ha scritte? Sono stramaledetta e stanca, non ho risposte ai vostri fischi non ho motivo di offenderti ma lo faccio e sto bene. Dare dare dare, amare gli altri! Posso nascondere per sempre questo lato oscuro? Posso sembrare soddisfatta posso leggere tra le righe. Posso anche odiarti ma solo tu hai capito. Mi scotta la faccia e vorrei strapparmi la bocca eppure mi hai domandato cosa c era e io ti ho rifiutato godendo. Vedremo chi molla prima la presa. Non sono più chi credevi dai, mi hai peggiorata. Ho sempre costudito una parte di te vivendola, facendola mia, ora ti lamenti? Ora sei tu il bene e io il male? Balle. Calzate atomiche. Sei solo pazzo di me. Come io lo sono di me stessa. C è un buco da cui vorrei mi uscisse tutto. Sono cattiva perché sono in cattività. Ecco cos ho oggi, sono l uccello nella gabbia, so che c è un mondo ad aspettarmi, ma non so volare. Ora apri l acqua e annega. Voglio vivere per me stessa. 

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