lunedì 20 gennaio 2014

Non mangio niente

Respirare la tua stessa aria mi provocava fastidio. Stupida in crescita senza coscienza.
Quando facevo fatica ad uscire dal grembo perché mia madre mi tratteneva.
Siamo noi ad ucciderci con i cordoni ombelicali. Siamo noi a fare kilometri di cazzate.
Percorrevo la strada ad ostacoli con film che mi creavo solo io. Attori i miei problemi.
Prugne nelle unghie che si laceravano con l'alcool, file di informazioni gettate nel cestino dell'indifferenza. 
Sentirsi utili a niente. 
Vorrei trasformare il mio bagaglio di segni in parole libere nel vento, senza vestiti o fermi. Vorrei vederti ma sparisci come spariscono le speranze di non romperci costole, di non romperci coglioni. Rumore di semi schiacciati da un uccello avaro.
Piangeva, per l'amore. 
Rubava la vita a chi era più grande di lui.
Covo di avvoltoi che si menano per la stessa carogna, datemi un tronista e lo squarto con il macete. Mi chiedevi l'amicizia e io pensavo al male di quella mattina, a quando dormivi ed eri morto, a quando indossavi i tacchi per i magrebini.
Ti dicevamo che non c'entravi, in quella vita. Ma hai voluto stare dentro, io vivo sempre fuori. Normalità è una parola che non mi appartiene.
Mi operavi senza ritegno e toglievi anche il cuore, già che c'eri. Insopportabile.
Sanguinavo le mie fisse dagli occhi e nello sguardo ci vedevo remake peggio del male, peggio del vuoto. Il segno più sensibile, dicono. 
Bussa alla mia corazza, forza ti aprirò. Non mi ascoltavi e odiavo tua madre.
Eri piccolo e mi facevi sesso comunque, devo curarmi, dicevi. 
Qui vendiamo il fegato, tanto non ci serve. Dateci dignità, ve la lascio tutta a voi.
Mi si buca lo stomaco e ci metto una mano dentro per tirare fuori le farfalle.
Vorrei guarire ma c'è troppo tempo da fare. Troppe cose da aspettare. 


domenica 19 gennaio 2014

Mano mette Re

Avevo ragione bugiardo. Non dubito mai di me stessa. Gli altri mi credono pazza ma non mi disturba, abitudine. Io non avrei mai mollato la presa. Bevo stupide illusioni e mi disseto e infatti eri acqua e non fiele. Coalizzati per confondermi. Mi difendo da voi, quante cose ho imparato. Cazzo il tempo l ho trascorso senza te. Ora vedi cosa sono. Forte interessante migliore sfuggente. Sarò un tarlo vedrai. Goccia che batte nello stesso punto, tortura cinese. Paghiamo i morti, colpi di ferro nelle tempie. Quando arrivo cambi nome, faccia. Tanto so chi sei. Ho le narici piene del tuo odore. 

mercoledì 8 gennaio 2014

Full of.

Cucinavamo con gli ipocriti dei discorsi fatti di bugie. 
Parole scritte su telefoni che il backup si porterà via.
Mi prosciugavi le energie e mi grattavi la gola, senza chiederti se avresti mai potuto essere alla mia altezza.
Sono troppo innamorata di me stessa, mi metto bastoni tra le ruote, mentre vorrei nutrirmi di sole e parole. Tu invece mi fai mangiare merda. Ma grazie, mi tenevi viva.
Quelli piccoli non capiscono, dicevi, e mi domandavi se essere umani è come essere bachi che si evolvono.
Io non sono una scimmia e tu nemmeno. Pensi perché io ti do modo di essere.
Quando sono nata lo sapevo che non dovevo disturbare.
Tu puoi ferire i bambini ma loro non possono ferire te perché non conoscono il male. Sei scorretto. 
Non toccarli e non mi toccare, che mi consumi. 
Io voglio distruggermi da sola. Devi non esistere per esserci davvero.
Io so come guarire. Sono la malattia di me stessa.  
Mi hai domandato se esistevo perché non mi vedevi, perché eri cieco.
Io non ci sono mai, con voi.
Sei così piccolo che potrei ucciderti con la forza del pensiero. 
Stammi lontano perché t' invaghisco come elisir fatti da streghe pagane a comuni cuori mortali.
Faccio male lo sai ed è per quello che sei qui. Qual'è la tua età ancora?
Facevi domande a cui rispondevo poco, non mi interessano gli altri. Sono piena di me.
Devi odiarti sai, fino a quale punto, per arrivare così. Ho paura che mi roviniate, mi esilio da sola da questa città di morti che sono vivi solo dietro a fotocamere. Appare zero sostanza. 
Sparo sul vostro karma coglioni. E i libri si offendono se li presti in giro. Per quello non tornano mai.
Sei come colla, mentre il sole non vuole splendere, noi andiamo a fuoco, in camera.
Ti dovrò mangiare, prima o poi. 





mercoledì 11 dicembre 2013

Mancavi troppo per i miei gusti

È stato come un pugno ai miei desideri. Come chi ti sveglia da un sogno fico. Dovevo saperlo com eri, non ci sono binomi testa bella, vedevi in me cosa, solo perché non hai niente in mente. Volevo il mio rap ma è solo illusione. Ora che ho toccato la certezza sento Lui che mi parla e voi maligni mi smontate. Lui non è come sembra e lui sembra chi non è. Le mie cose sono complicate. Io le cerco e spreco il mio tempo e il mio viso a voler inventare le mie versioni del mondo per viverlo meglio. Siete vampiri non vi voglio dare energia. Era una voce che mi conquistava. L onore di essere di chi non esiste, che onore è. Vorrei far finta di non aver visto ma mi sono schiantata troppo forte e anche se ci provo mi fai schifo. Eri così affascinante. Devo amare solo me stessa, non potrei deludermi mai.

martedì 10 dicembre 2013

Voglio tornare all origine

Fai sempre come se non fossi io quella che volevi, sei nascosto dietro a un muro e forse sono solo illusa. Ero illusa che fossi tu davvero che potessi un giorno dirmi sono qui, dimmi i tuoi problemi, ridi come un tempo. Sono convinta e bastarda e testarda. Lo so ho delle mancanze. Dall alto del mio regno vedo e provvedo ma non rientri mai nel mio controllo. Si odio che mi sfugge, ma sono sicura che ti rivelerai. Forse dovrei sparire, ecco, senza me sarebbe diversa la stanza. sentirai vedrai. Sono un tappeto su chi sbattere i piedi ma poi ti lascio con il culo al freddo e non te l aspetti. Volevo risentire la tua voce sai come sciogliermi. Ma non c eri. Non c eri mai. Scrivo per vomitare il male. Voglio tornare all origine.

domenica 8 dicembre 2013

Potevi frantumarmi più forte

Frantandomi il cuore come il ponte di cristallo che si distrugge, ho i colori delle galassie. E fisso quei punto bianchi nella notte e so che c è la mia casa. Mi studi e ti sfioro appena per non disturbarti, per vederti andare via. Mi sussurri la lingua dei gatti e mi buchi alle spalle come il coltello del fratello, era un viso antico e fedele, sensibile e vendicativo, non avendoti mai visto sotto questa luce, la bellezza del terrore. Massaggiamo le nostre gambe e paghiamo cibi scadenti per riempire le credenze del nostro cuore, si sente perfetta l anima al centro del mio corpo, eri sangue che scorreva e malattia che si auto difendeva. Ti cerco ma non ci passo, hai troppi occhi buttati in giro. E mi assorbe il tuo respiro, nitido flusso di parole nere che si tengono per mano. Mi scaldi sempre le viscere e non ho coerenza se c'entra la pancia. Eravamo qualcosa di predestinato. Ignoralo ma non ti toglierai la maschera con me non c'è n è bisogno, conosco già la vera faccia marcia e bella, accomodati tra le mie gambe, morbida come il sole. Non lo so cosa sono, ma crescerò.

giovedì 14 novembre 2013

Scompariranno i tempi bui, non vincerò più il mondo

Ricucivo equilibri precari con colori tendenti all'indefinito come indefinita ero io.
Agonia nel pensiero che va alla mattina, adorare temporaneamente la caduta del sole. Rigettare le persone trapiantate come organi scadenti.
Dov'erano i secchi dove tengono il sangue, là rubavo la tua attenzione come si rubano i baci alle persone. Loro fanno calamita, anche la pioggia l'aveva capito. Rincorrerti tra nomi sbagliati. le stelle dorate mi rapiranno come hanno fatto con te?
Quando dietro agli occhi azzurri strimpellavi le corde del mio cuore con un artista annoiato; che poi mi chiedi come sono e ti rispondo che disegno facce di persone che non esistono. Ricucivo tormenti e tagli svegliandomi presa bene. 
Se io giro le domande, tu come sei? eri un miraggio ma sei scomparso tra la nebbia.
Io non ripasso, sono un treno che perdi. 
Facendo muro davanti e schiacciando le parole, sono impenetrabile come le vagine cinesi. Chiusa in paranoie stolte e in ultra-noia. E' solo giovedì.
Poi mi dici che tatuano saette su facce bianche e io ti raccolgo le palle bruciate, le solite menate, iosottoetusopra. Teniamoci in contatto, asciugando le lacrime che puzzano di piscio. E' qui che stai soffiando su di me. 
Non ci vedresti mai, vero? 
Dovrò concluderti nel blu.