martedì 24 marzo 2009

True nervous time

E sono le finestre e le persone, che mi fanno pensare. Ci siamo versati con ambivalenza da una brocca all'altra, mescolando gli altereghi, per non fare confusione, e ci siamo guardati. Negli occhi grandi ho visto un anima piccola con grandi tagli sulle mani. La poesia mi dà musicalità che spesso mi porto in giro. Suonava l'aria e il fumo mi avvolgeva di freddo, lei rideva e io la guardavo,i sorrisi mi consolavano. Con gli artefici sembra più facile sopportare i tumori della pelle, e ci riempiremo di macchie e ci toccheremo consolanti, mi mancano i tuoi sorrisi e i tuoi occhi da poeta. Le tue frasi mi rincorrono invadenti, piene d'ira, e io le penso, e le sento ambivalenti, avvicinarsi con un rumore strano, e vorrei dirti tante cose e infondo nessuna, sei uguale a me e io odio l'amare me stessa. Vorrei solo dei divani viola e delle lenzuola nere nella mia futura casa, le candele e una vasca dove collassare di ricordi, camminare sui fili e non temere di cadere, ma poi mi hai detto che ho troppi problemi per pensare a quelli d'altri. Il giornale sulla sedia tenta il suicidio alla finestra, e chi si perde, perchè si perde, ho dato importanza al giustificare i miei bisogni, ma è sempre riaffiorato il problema del gregge, quando torna all'ovile, ne manca sempre una, la pecora nera, la pecora mia. Le undici e tredici e per domani bisogna rifare tutto da capo. Proverò a raggiungere la terra saltando il mare, a camminare su ragnatele accuratamente cucite, proverò ad accontentarmi di nessuna risposta.

Nessun commento:

Posta un commento