giovedì 14 novembre 2013

Scompariranno i tempi bui, non vincerò più il mondo

Ricucivo equilibri precari con colori tendenti all'indefinito come indefinita ero io.
Agonia nel pensiero che va alla mattina, adorare temporaneamente la caduta del sole. Rigettare le persone trapiantate come organi scadenti.
Dov'erano i secchi dove tengono il sangue, là rubavo la tua attenzione come si rubano i baci alle persone. Loro fanno calamita, anche la pioggia l'aveva capito. Rincorrerti tra nomi sbagliati. le stelle dorate mi rapiranno come hanno fatto con te?
Quando dietro agli occhi azzurri strimpellavi le corde del mio cuore con un artista annoiato; che poi mi chiedi come sono e ti rispondo che disegno facce di persone che non esistono. Ricucivo tormenti e tagli svegliandomi presa bene. 
Se io giro le domande, tu come sei? eri un miraggio ma sei scomparso tra la nebbia.
Io non ripasso, sono un treno che perdi. 
Facendo muro davanti e schiacciando le parole, sono impenetrabile come le vagine cinesi. Chiusa in paranoie stolte e in ultra-noia. E' solo giovedì.
Poi mi dici che tatuano saette su facce bianche e io ti raccolgo le palle bruciate, le solite menate, iosottoetusopra. Teniamoci in contatto, asciugando le lacrime che puzzano di piscio. E' qui che stai soffiando su di me. 
Non ci vedresti mai, vero? 
Dovrò concluderti nel blu.





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